La Moderatezza

Indubbiamente diverse recenti vicissitudini del mercato finanziario internazionale sono state caratterizzate da eccessi di vario tipo. In particolare appare chiaro come caratteristiche quali l’egoismo e l’avidità abbiano contribuito in modo determinante alla degenerazione del sistema finanziario con la quale siamo, almeno parzialmente, tutt’ora confrontati: gli scompensi soprattutto in termini di crescita, occupazione e stabilità causati dallo tsunami finanziario che ha investito i mercati sono infatti purtroppo destinati ad accompagnarci ancora a lungo.

S. B. – Loggia Il Dovere, Lugano (Revista massonica svizzera marzo 2011)

Gli errori che hanno causato il disastro

La ricerca e la comprensione degli errori che hanno causato un disastro di tali proporzioni finalizzata alla correzione degli stessi appare quindi non solo utile bensì assolutamente necessaria. La società capitalistica si ispira senz’altro a principi democratici, egualitari e tendenzialmente meritocratici. Tuttavia il buon funzionamento della stessa dipende inesorabilmente dall’azione degli uomini che la compongono.

L’identificazione del profitto personale, rincorso spesso ricorrendoamezzi se non illeciti quantomeno dubbi, come unico principio ispiratore ha provocato una deriva non tanto del capitalismo come sistema economico, quanto del suo funzionamento pratico. Eccessi di egoismo e avidità stanno alla base delle storture del sistema finanziario che, complice la globalizzazione, hanno avuto pesanti ripercussioni estesesi oltre i confini del ristretto mondo della finanza. Il modo di agire di un gruppo più o meno ristretto di individui che non hanno saputo porre al centro delle loro azioni il bene della collettività non solo ha prodotto effetti nefasti ma si sta(va) in qualche misura addirittura imponendo come modello di riferimento per una parte crescente di attori del mercato finanziario.

La necessità di modelli etici

La ricerca di modelli etici e comportamentali in grado di formare un sistema di valori più ampio rispetto al mero profitto assume dunque un ruolo fondamentale per il buon funzionamento della finanza e della società tutta. Solo attraverso la diffusione nei singoli individui che compongono la nostra società di valori quali l’onestà l’integrità e la trasparenza e la loro applicazione nella conduzione delle aziende e della finanza internazionale è possibile realizzare un’economia mondiale più etica e meglio rispondente alle esigenze di tutti. In quest’ottica appare evidente il contributo che la rigorosa applicazione delle virtù massoniche può fornire al buon funzionamento del sistema finanziario e, di riflesso, della società in generale.

Le virtù massoniche

Infatti è incontestabile affermare che, all’interno della libertà di mercato e di una sana competizione meritocratica, i limiti posti dall’etica massonica, ispirata al concetto di fratellanza e al perfezionamento interiore attraverso la riflessione e l’approfondimento di concetti morali, contribuiscono allo sviluppo di un sistema di valori sano ed equilibrato, dal quale trarre ispirazione per tutte le azioni e le decisioni che accompagnano la nostra vita. In questo contesto la moderatezza, contrapponendosi ai concetti di eccesso ed esagerazione, può essere presa a riferimento come virtù da praticare per evitare gli effetti nefasti di un capitalismo estremo, guidato dalla ricerca esasperata del profitto senza curarsi degli effetti negativi che spesso ne conseguono.

La moderatezza, intesa come sobrietà, temperanza, controllo ed equilibrio è un vero e proprio invito a una riflessione più profonda sulle azioni dell’individuo e le conseguenze che ne discendono. L’azione moderata non è priva di slancio o di quell’entusiasmo che accompagna gli idealisti e gli ardimentosi come alcuni pretenderebbero: piuttosto può e deve essere intesa come il risultato di un’analisi attenta e completa di tutte le sfaccettature di un problema o di una situazione. In quanto tale l’azione moderata riflette un pensiero profondo, teso a valutare compitamente tutti gli elementi di giudizio necessari. Un comportamento ispirato dalla moderatezza sarà dunque un comportamento attento agli interessi generali e non puramente egoistici, nonchégiudizioso e sicuramenteprivo di sregolatezze eccessive.

La moderatezza e le virtù cardinali

La moderatezza non può non appartenere ad un sistema di valori come quello massonico che, rifuggendo l’intolleranza e gli estremismi, invita alla riflessione e all’accettazione di limiti comportamentali dettati dal rispetto della varietà delle idee e dalla consapevolezza del valore delle ragioni altrui. Non a caso la moderatezza (intesa come Temperanza) assieme a Fortezza Prudenza e Giustizia forma le cosiddette 4 virtù cardinali che, da Platone in poi, costituiscono il fulcro centrale dell’etica nella tradizione occidentale e che per ogni Massone rappresentano un punto di riferimento essenziale per il proprio perfezionamento morale e spirituale. Arginando le pulsioni istintive, in campo economico spesso contraddistinte dalla ricerca del guadagno facile anche a scapito della correttezza nei confronti della collettività, la moderatezza contribuisce in modo essenziale al trionfo della ragione e delle altre virtù cardinali con le quali forma un sistema di riferimento morale inscindibile. Numerose sono le occasioni di praticare la moderatezza nella vita quotidiana: dall’impostazione dei rapporti (anche superficiali) con gli individui coi quali siamo giornalmente confrontati alla scelta delle linee guida utilizzate per prendere le decisioni più importanti e complesse. Infatti il controllo della ragione sull’istinto contribuisce all’adozione di comportamenti appropriati con il prossimo nonché al raggiungimento dell’armonia interiore, necessaria per bandire il più possibile le spinte egoistiche dalle azioni umane. Sostanzialmente la moderatezza si riflette nei gesti, negli atteggiamenti e in tutto il comportamento e investe tutte le azioniumane. Per essere adottata necessita di spirito critico, di una cultura ampia e ricca e di un rigoroso autocontrollo.

In conclusione ci preme sottolineare come la moderatezza, se compresa appieno, non deve essere vissuta come una costrizione bensì come il gratificante risultato di una profonda comprensione di noi stessi e della realtà che ci circonda. Applicata come scelta autonoma la temperanza non è quindi privazione bensì gratificazione derivante dalla consapevolezza di svolgere con coscienza il proprio ruolo all’interno della società.