Esiste un’incompatibilità tra scienza ed esoterismo?

L’accostamento dei termini «esoterismo» e «scienza» potrebbe sembrare un ossimoro, cioè un abbinamento di termini antitetici; un po’ come quando diciamo un povero miliardario, un silenzio assordante o un illustre sconosciuto. Come vedremo in questa Tavola tale impressione è dovuta ad una immagine della scienza di matrice illuminista e soprattutto positivista oggi ormai superate.

L’immagine della scienza tramandata da questa corrente filosofica è quella di una impresa dotata di una razionalità cristallina che avanza trionfalmente eliminando ed estromettendo dal suo cammino lineare e senza arresti ogni elemento non riconducibile a fatti comprovati o a dimostrazioni ineccepibili. I protagonisti di questa marcia trionfale dell’intelletto verso la verità contro le tenebre della superstizione sarebbero i grandi scienziati che armati di una pura razionalità proseguono impassibili guidati unicamente dell’esperienza e dalla logica. In questo modello di scienza non c’è spazio per fattori di ordine metafisico, esoterico ed occulto. Nella prospettiva appena tratteggiata vi sono da una parte i maghi, gli alchimisti, gli esponenti dell’occultismo, spesso liquidati senza indugio come ciarlatani. Dall’altro vi sarebbero i veri scienziati perfettamente lucidi governati da una razionalità perfetta e inoppugnabile.

Una nuova immagine della scienza

Da diversi decenni ormai questa ricostruzione storica è stata confutata da studi rigorosi ormai incontrovertibili. Studi come quelli di Frances Yates, Walter Pagel, Charles Webster, Eugenio Garin, Paolo Rossi, Paola Zambelli hanno dimostrato che il progresso della scienza è tutt’altro che lineare. Esso presenta inestricabili componenti di natura in senso lato irrazionali. Credenze ingiustificate, ipotesi, congetture non verificate, ammissione di entità puramente teoriche… Fondamentalmente questi studi hanno dimostrato che diverse delle opere dei principali scienziati come Keplero, Galileo, Harwey, Newton sono impregnate di esoterismo. D’altra parte, le summenzionate ricerche hanno evidenziato come molti maghi quali Fracastoro, Cardano, Paracelso, Della Porta, Bruno hanno fornito importanti contributi alla scienza. Fracastoro è uno dei pionieri dell’epidemiologia moderna, Cardano ha lasciato dei contributi notevoli per la risoluzione di equazioni di terzo grado, Paracelso dà avvio alla iatrochimica, Dalla Porta fornisce scoperte importanti nel settore dell’ottica e Giordano Bruno in quello dell’astronomia.

Il baule di Newton

Il caso più emblematico è quello di Newton. Quando morì il suo archivio contenuto in un baule fu ereditato dalla nipote Catherine Barton. Poi passò al conte di Portsmouth, dopo che egli ne sposò la figlia nel 1740. Quando le carte manoscritte di Newton furono viste da Samuel Horsley, che era il curatore dell’edizione dell’Opera omnia (pubblicata fra il 1779 e il 1785) costui «scandalizzato richiuse con forza il coperchio del baule che li conteneva ». Nel 1872 le carte furono donate all’università di Cambridge che le catalogò nel 1888 scoprendo che una gran quantità di materiale era dedicato all’alchimia e alla teologia. Questo materiale esoterico fu considerato di «scarso interesse » e venne restituito alla famiglia. Il materiale fu infine venduto all’asta da Sotheby’s nel 1936. Una buona parte dei materiali teologici fu comprata da Abraham Yahuda e finì alla Biblioteca nazionale universitaria ebraica di Gerusalemme. Un’altra consistente parte delle carte esoteriche fu invece acquistata da Keynes e donata al King’s College di Cambridge. Sulla scorta di questa sorprendente scoperta nel 1946 l’economista poté dare la sua famosa definizione dello scienziato, nella conferenza L’uomo Newton tenuta alla Royal Society: «Newton non fu il primo scienziato dell’età della ragione. Piuttosto fu l’ultimo dei maghi». Dopo la completa apertura di quel baule (che è avvenuta più di duecento anni dalla morte del suo proprietario) la ricerca storica su Newton ha sconvolto un terreno che sembrava ben coltivato e ha trasformato in profondità l’immagine tradizionale del grande scienziato.

Naturalmente quanto affermato finora non ha lo scopo di cancellare le differenze tra scienza ed esoterismo. Entrambe presentano, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, degli ingredienti comuni. La differenza sta non tanto negli oggetti di indagine quanto piuttosto nel metodo con i quali vengono trattati. La scienza si caratterizza soprattutto per due caratteristiche: il rigore e l’oggettività. Il rigore riguarda la cura, la logica con la quale le varie affermazioni di un determinato ambito vengono collegate le une con le altre ed il grado, la forza giustificativa delle varie asserzioni. Il secondo requisito è l’oggettività delle determinate tesi che si desidera avanzare. Questa è ormai da intendere non tanto come possibilità di accedere direttamente agli oggetti – speranza risultata ormai illusoria dalle opere di Kant – quanto piuttosto di una intersoggettività o di una invarianza dei risultati ottenuti dai vari membri della comunità scientifica.

Un’altra possibilità per distinguere l’ambito dell’esoterismo da quello della scienza potrebbe essere la separazione, teorizzata da un esponente del Circolo di Vienna: Hans Reichenbach che distingueva il contesto della scoperta da quello della giustificazione. Nel primo operano spesso elementi irrazionali. Uno scienziato da un dettaglio insignificante può essere condotto sulla via per una scoperta importante. Differente il contesto della giustificazione. Come già aveva visto Platone per avere autentica scienza non basta avere un’opinione, anche se questa è vera. Almeno un terzo requisito è necessario e cioè la giustificazione. In altri termini dove manca un fondamento solido delle tesi di un determinata disciplina o dove manca una coerenza interna tra le varie affermazioni di un certo settore non si può ancora parlare di scienza. La mia puntualizzazione finale non vuole naturalmente sottovalutare il ruolo del pensiero esoterico. Direi piuttosto che questi studi mi hanno permesso di capire una frase di Charles Sanders Peirce che per molto tempo mi era sembrata oscura: «Datemi un popolo la cui medicina non è mescolata con la magia e gli incantesimi ed io troverò un popolo privo di qualsiasi capacità scientifica». D. B.