Casanova e l’essenza del segreto massonico

Quando si affronta la questione del segreto massonico si crea spesso una notevole confusione attorno al tema particolarmente dannosa per il nostro Ordine. L’obiettivo di questa breve tavola è quello di apportare alcune precisazioni utili ad evitare pericolosi equivoci.

L’attributo della segretezza possiede una proprietà sorprendente: quella di innescare una incredibile serie di congetture, il più delle volte inverosimili se non addirittura assurde. Il caso della Massoneria in questo senso è paradigmatico. La Libera Muratoria è stata vista come la «sinagoga di Satana», un luogo dove si ordiscono complotti planetari all’insaputa degli onesti cittadini. Non è il caso qui di ripercorrere la storia di queste innumerevoli mistificazioni. Basterà solamente ricordare i famosi Protocolli dei savi di Sion che gettarono tonnellate di fango sull’immagine della Massoneria. Ancora ai giorni nostri questo ignobile documento, nonostante sia stato da tempo dimostrato un falso, continua a circolare anche in rete ed è ancora citato a supporto di pseudo tesi di varie correnti antimassoniche. Non parliamo poi di certa letteratura e cinematografia recenti che sulla presunta segretezza della Massoneria hanno tessuto fantasiosi romanzi che spacciano per ricostruzioni storiche. Questi romanzi e queste pellicole lungi di avere come scopo la ricerca disinteressata della verità mirano in realtà unicamente a generare incassi milionari. Penso che non bisogna stancarsi di ripetere che la Libera Muratoria non è una società segreta, ma solamente riservata e discreta. Essa assume infatti pubblicamente la sua esistenza, anche sul piano amministrativo e giuridico.

Alcune doverose precisazioni

Qualcuno potrebbe dissentire e far notare che in Massoneria esistono simboli, rituali, segni e parole segreti. È vero ma questi codici assumono un significato rilevante solo per coloro che vivono personalmente la via della Libera Muratoria. D’altra parte non credo che si possa ancora parlare di autentici «segreti». I libri che hanno reso pubblici l’armamentario simbolico della Libera Muratoria non si contano ed andando in una qualsiasi buona biblioteca li si può trovare facilmente. Parlerei invece di segreto a proposito dell’appartenenza all’Ordine. Il divieto di rivelare nomi di fratelli affiliati alla Massoneria è assoluto. La ragione è semplice: l’ostilità nei confronti dei Massoni è ancora molto forte. Numerosi profani continuano in effetti a pensare erroneamente che la maggior parte dei Massoni è costituita da ricchi uomini d’affari corrotti che formano una specie di mafia che permette ai fratelli di ottenere dei privilegi nella società. Tra Cattolici che li odiano, opportunisti che li denigrano per trarne benefici personali o semplicemente qualunquisti che aderiscono a stereotipi e luoghi comuni senza la minima mediazione critica si può ben dire che la prudenza non è mai troppa. Quindi dal momento che l’antimassonismo purtroppo è ancora molto attivo e l’appartenenza alla Fratellanza può essere impugnata per nuocere ad un Fratello sia sul piano sociale, professionale che familiare, è giusto e necessario continuare a mantenere la massima segretezza sui nominativi dei fratellii.

Il vero segreto dei massoni

Ad ogni modo penso che si dovrebbe comunque parlare propriamente di segreto massonico riferendosi all’esperienza iniziatica, sacra e incomunicabile. Non è tanto il rituale ad essere segreto quanto piuttosto l’esperienza che emerge dalla partecipazione intensa a quest’ultimo che costituisce il vero messaggio segreto. Quando si parla di esperienza massonica non si fa perciò riferimento ad un’attività pubblica, quanto piuttosto ad una intima, privata ed incomunicabile. L’esperienza massonica si inserisce nell’ambito di un sapere iniziatico grazie al quale si opera una trasformazione in profondità dell’individuo. Il famoso segreto massonico risiede quindi in quell’esperienza personale, comprensibile solo a chi l’ha vissuta, di trasformazione del proprio io più profondo in vista di una sublime realizza-zione personale. Giacomo Casanova, uno degli affiliati più celebri della Libera Muratoria, aveva ragione di scrivere nelle sue memorie che «Coloro che entrano nella Massoneria solo per carpirne il segreto possono ritrovarsi delusi: può infatti accadere loro di vivere per cinquant’anni come Maestri Massoni senza riuscirvi. Il mistero della Massoneria è per sua natura inviolabile: il Massone lo conosce solo per intuizione, non per averlo appreso. Lo scopre a forza di frequentare la Loggia, di osservare, di ragionare e di dedurre. Quando lo ha conosciuto, si guarda bene dal far parte della scoperta a chicchessia, sia pure il miglior amico Massone, perché se costui non è stato capace di penetrare il mistero, non sarà nemmeno capace di profittarne se lo apprenderà da altri. Il mistero rimarrà sempre tale». In altre parole l’esperienza massonica non si può trasmettere, non si può insegnare; la si apprende solo attraverso un assiduo lavoro in Loggia e un lungo e paziente processo di maturazione. I più recenti studi sulla coscienza hanno avanzato argomenti molto solidi contro la possibilità di comunicare stati mentali. Questi ultimi possiedono proprietà differenti dagli stati fisici. I primi sono suscettibili di essere trattati da una delle scienze della natura. I secondi – che annoverano le emozioni, le sensazioni, le percezioni, le credenze ed i desideri – non sono esperibili in terza persona. Parafrasando un famoso esperimento mentale degli anni Ottanta di Frank Jackson potremmo dire che un immaginario erudito di Massoneria che conoscesse per ipotesi tutto ciò che è stato detto e scritto sulla Libera Muratoria, ma che non fosse ancora entrato in Massoneria, al momento della sua iniziazione molto probabilmente vivrebbe sensazioni e stati d’animo assolutamente sconosciuti il che dimostrerebbe che queste sensazioni sono incomunicabili e solo vivendole personalmente si possono conoscere. È «solo» questo il segreto inespugnabile della Massoneria. D. B.