La Globalizzazione

Il messaggio globale della Massoneria è Libertà, Uguaglianza, Fratellanza

Secondo il Lessico della Massoneria, il termine GLOBO, dal quale deriva la parola Globalizzazione, significa „Sfera della terra“. Rapportando questo significato al nostro tempo contemporaneo e giudicandolo in relazione alla situazione attuale, Globalizzazione significa anzitutto un metodo di management utilizzato ai giorni nostri, che ha come obiettivo la centralizzazione del potere di un’organizzazione per superare più efficacemente gli ostacoli nel suo sviluppo.

C. S. (Revista massonica svizzera maggio 2003)

I Templari sono forse stati i primi a scoprire la globalizzazione e l’hanno applicata con grande successo. Non per niente il GLOBO – la Terra – è un simbolo usato spesso quale ornamento delle Colonne del Tempio massonico, oppure è utilizzato come nome di qualche Loggia (Aux trois globes).

Dai Templari ad oggi

Dalle varie fonti storiche, trattate più o meno in modo scientifico, si può osservare che il sistema utilizzato dai Templari era basata sulla globalizzazione. Partendo da un codice d’accettazione delle persone all’interno dell’organizzazione, dalle regole di vita e comportamento nella società e passando alla vita profana con vari metodi di controllo molto efficaci, i Templari applicavano la pratica della globalizzazione riuscendo così a difendersi dalle influenze profane del mondo esterno. Con lo stesso metodo sono riusciti nel contempo ad offrire al mondo profano sempre cose nuove di alto progresso e utile per lo sviluppo dell’umanità. Il mondo internazionale contemporaneo ha ricevuto questi insegnamenti, e, in mancanza di qualcosa di meglio, anche la Massoneria li ha applicati con successo fino ad oggi. Gli esempi sono molti e significativi. Tra questi vediamo l’ONU, la NATO, la FAO, la Croce Rossa, il bonifico bancario, l’accademia delle arti militari ecc. ecc. Secondo le ultime ricerche questo metodo di sviluppo globale e di applicazione globale della Sapienza massonica, finisce circa 40 anni fa dopo la seconda guerra mondiale, dopo la creazione delle suddette grandi organizzazioni che agiscono nel nostro mondo in modo globale. Da allora la nostra Associazione non ha più saputo promuovere niente di colossale e impressionante. Perché?

Interdipendenza globale

In occasione della sua visita in Italia nel 2002, l’ex Presidente USA Bill Clinton, in un’intervista al giornale «Corriere della Sera», ha lanciato un appello particolarmente significativo mettendo l’accento sull’interdipendenza della società e delle economie che rappresentano, nel bene e nel male, un elemento centrale del mondo in questo terzo Millennio. Bill Clinton ha ammesso: «Non potremo farcela se i poveri del mondo saranno guidati da personaggi come Osama bin Laden che crede di trovare la sua redenzione nella nostra distruzione. E non potremo farcela se i ricchi saranno guidati da chi alimenta un miope egoismo e prospetta l’illusione che si possa rivendicare per noi stessi ciò che agli altri si nega.» Per concludere in modo realistico, Clinton ha detto: «Tutti noi dovremo cambiare. » E drammaticamente si ripresenta la domanda angosciante dell’ex Presidente: «Cosa possiamo ancora fare?».

Dal nostro punto di vista massonico, di uomini del dubbio che possono offrire solo argomenti teorici, non credo ci siano ricette infallibili. Ma qualcosa si può e si deve dire, almeno a livello teorico, costatando che la più grande e nota tra le virtù massoniche, la Tolleranza, deve trovare, in questo mondo travagliato e decadente, un’applicazione pratica presso tutti quegli uomini che il Vangelo, con un espressione davvero bella, chiama «di buona volontà».

La Tolleranza

Un mondo tollerante è di sicuro un buon investimento dal punto di vista economico globale. Perché ciò significa pace, quindi sicurezza e possibilità di produrre, di distribuire, di consumare senza rischi né ostacoli di alcun genere. Ma tolleranza significa anche rispetto e considerazione per valori, credenze, costumi, modi di vivere altrui. Cosicché l’altro, il diverso da me, non è più nemico, un avversario da combattere o da annullare, ma un intero universo dal cui contatto posso ricavare occasioni di crescita e di innalzamento per me, per il mio universo. Questo è ciò che impariamo anche in tutte le nostre Logge. Approfittando della capillare diffusione della Massoneria a livello planetario, come pure della capacità di propagazione del pensiero che oggi viene offerto dai mezzi di comunicazione di massa, la Massoneria dovrebbe contribuire, come ha fatto in passato, alla fondazione di un nuovo ed attuale Codice Etico Universale. Una carta dei valori comuni in grado, nella prassi del vivere quotidiano, di improntare i comportamenti degli uomini, le azioni degli stati, dei sistemi economici e finanziari. La propagazione universale di tradizioni e valori forti, nati e sviluppatisi nei Templi massonici, come Libertà, Fratellanza, Eguaglianza, darebbe certamente un contributo non secondario alla formazione di una cultura universale, che renderebbe ancora più vicini ed «interdipendenti» i popoli, oggi molto spesso in conflitto, in forza di mal interpretati messaggi religiosi che sembrano recuperare il temibile e oscuro «Dio lo vuole!».

Fieri di essere Massoni

Oggi i Massoni hanno problemi ad essere riconosciuti nel mondo profano; hanno perso quel ruolo di leader della società. I tempi nei quali i Re erano fieri di essere chiamati anche Fratelli non esistono più. Non viene più richiesto il nostro consiglio per risolvere problemi di grande importanza per il mondo profano. Il numero di Fratelli che entrano nelle nostre Logge è in costante diminuzione. I nostri Riti, che sono anche una delle nostre ricchezze, sono tramandati e applicati nelle Logge con molta attenzione e cautela. I metodi di insegnamento adottati, tra i quali la musica, sono all’avanguardia e rendono il lavoro nel Tempio più interessante e coinvolgente. Però cosa facciamo oggi per il mondo profano, come lo aiutiamo, come ne difendiamo il suo sviluppo nella lotta con la storia? Purtroppo abbiamo perso, secondo me, il senso della globalizzazione. Il nostro sviluppo è uno sviluppo a livello locale e forse anche nazionale. Viviamo in modo tradizionale, però non produciamo quasi più niente che si possa tramandare ai posteri. I nostri antenati Massoni sono sempre riusciti a superare la storia e ad influenzare lo sviluppo del mondo profano. La carenza di novità nella nostra vita massonica quotidiana e di proposte interessanti maturate nei nostri Templi d’oggi, crea una mancanza di riconoscimento da parte della società nella quale viviamo e influenza negativamente lo sviluppo della Massoneria stessa. Sono pochi coloro che aderiscono alla nostra organizzazione, e ancor molto meno sono i giovani che arrivano a noi. L’età media dei membri delle Logge è in costante aumento.

Management massonico

Questo fenomeno è in atto da qualche decennio e molti Massoni ne sono preoccupati. Il nostro passato è caratterizzato da un’aura di gloria. Il presente è invece un’ombra: cerchiamo di migliorare le cose per il futuro. Sicuramente il periodo degli ultimi 30-40 anni nella nostra storia massonica è poco rappresentativo. Il costante declino della società profana ha pure causato quello della nostra organizzazione, facendo sì che qualche Massone confermasse pubblicamente, e in modo critico, questo sviluppo globale negativo della Massoneria. In Germania, uno dei più grandi gruppi massonici della regione del Baden- Württenberg, nel Sud del paese, ha trattato il tema dello sviluppo futuro della Massoneria in base alla situazione attuale. Il risultato finale è stato pubblicato in un libro intitolato «Prospettive per il futuro delle nostre Logge». L’ho letto con molto interesse. Vi ho trovato un trattato moderno, scritto secondo le regole attuali del management imprenditoriale. Secondo me i Fratelli tedeschi, avvalendosi delle diverse qualifiche professionali dei Fratelli membri di varie Logge (psicologi, insegnanti, sociologi ecc.), hanno trattato un’antica organizzazione con metodi attuali e moderni. Ne è risultato un manuale di mamagement che può essere visto come una base di discussione per quei Massoni che vogliono fare qualcosa nell’interesse globale della Massoneria.

Aiuto massonico allo sviluppo globale

Io credo che in tempi brevi la Massoneria potrebbe di nuovo contribuire allo sviluppo di una politica dell’ «emergenza globale», favorendo una rete di interventi presso le popolazioni più bisognose, che non si fondi solo sulla copertura dei bisogni primari, sulla fame e sulle malattie, ma che punti a creare le condizioni per una migliore qualità di vita. Dobbiamo solo seguire le indicazioni offerteci dai grandi Massoni ottocenteschi, agli inizi del nostro stato unitario, cioè: istruzione, tecnica, educazione e insegnamento, a cominciare da quello di base del saper leggere, scrivere e far di conto. Si deve trasmettere, come si direbbe oggi, il know-how di base, in grado, almeno, di mettere in condizione chi lo possiede di contribuire, in maniera decisiva, al progresso e allo sviluppo del proprio paese. In merito ancora Bill Clinton: «Un anno di scuola di una persona in un paese povero, equivale ed un incremento del 10 – 20 % del suo possibile reddito. »Aumentare nei paesi in via di sviluppo in modo esponenziale gli anni di scuola rappresenterebbe quindi una premessa indispensabile per la produzione futura, in loco, di ricchezza, in primo luogo in termini di cibo. Non dobbiamo dimenticare che l’insegnamento come metodo di comunicazione è stato una delle armi più efficaci dei Templari.

Globalizzazione nel rispetto delle culture

Sul piano più propriamente economico globale, la Massoneria, in quanto tale, ben diversamente dai singoli Massoni, non possiede ricette specifiche anche se, almeno ritengo personalmente che una pratica economica del vecchio caro principio della tolleranza non può prescindere dai bisogni, dalle tradizioni, dagli interessi, insomma dalla «matrice culturale» del territorio. Su questo tessuto economico andrebbero impiantate e calibrate istituzioni pubbliche di tutela dell’individuo e del territorio ispirate ai sistemi di valori del luogo. Sistemi di valori che, naturalmente, per effetto del principio della «interdipendenza», dovrebbero essere compatibili a livello planetario, in ciò agevolati, evidentemente, dalla facilità con la quale in un mondo globale circolano idee, anche quelle più ardite e innovative.

I Templari dapprima e in seguito i Massoni vi sono pienamente riusciti! La storia parla per essi. Oggi più di ieri, la globalizzazione rende pienamente valido il solenne impegno che il Libero Muratore assume nel lavoro di Loggia: «Operare per il bene dell’umanità e alla gloria del Grande Architetto dell’Universo!» Utopia? Forse No. Ma l’impegno del Massone di «lavorare senza sosta per innalzare templi alla virtù e scavare oscure e profonde prigioni al vizio», è sicuramente la più esaltante e nobile delle aspirazioni umane. Personalmente sono convinto che per noi Massoni la globalizzazione possa essere considerata un rischio, ma allo stesso tempo anche e soprattutto un’opportunità unica, da non lasciarci sfuggire, per questo Terzo Millennio appena iniziato.