Il potere

Nelle maggior parte delle aziende europee, chi raggiunge una posizione di potere pensa di essere amato da coloro che lo circondano… e qui inizia la ‘’congiura’’ della buonabugia. Si creauna percezione falsa dell’ambiente circostante, basata non sulla persona ma sulla funzione che questa persona svolge.

S. A., Loggia Il Dovere, Lugano (Revista massonica svizzera dicmebre 2010)

Questa falsa sensazione dura sino a quando si resta nella posizione di potere, quando questo decade, a seguito di normali avvicendamenti, lo stesso teatrino si ripropone a chi assume la medesima posizione. I conflitti avvengono proprio tra i subalterni che lodano il capo, ma in fondo non aspettano l’ora che venga spostato a qualche altra funzione per prendere il suo posto. Ma allora il potere chi ce l`ha ? La persona o la funzione ? Il potere non è solo una prerogativa di organizzazioni aziendali, ma anchedella società nella sua composizione piùstratificata. La percezione del potere da parte della collettività sièmodificata in funzione di vari momenti storici. Negli anni ’60 il potere è stato attribuito alla pubblicità, un famoso libro dal titolo “il potere occulto” hacontribuitoadiffondere tecniche (a dire il vero alcune erano leggende entrate nella storia come reali) utilizzate nei centri commerciali per stimolare equindi aumentare le vendite; daqui l’idea di essere manipolati da un potere in mano apochi eletti: i pubblicitari. Il tutto si è ridimensionato nel tempo, con la consapevolezza di molti consumatori di poter resistere a questi stimoli; l’avvento di Internet ha permesso addirittura un’evoluzione che porterà nei prossimi anni a sconvolgere l’attuale sistema di promozione dei prodotti. Negli anni ’70 un famoso film “I tre giorni del Condor” evocava un potere politico parallelo, gestito da professionisti delle strutture militari o di centri di spionaggio. Regolarmente veniamo informati dai media di attività di controspionaggio e di complotti politici, sovente non siamo in grado di capire se si tratti di pura fantasia o addirittura di manipolazione; basta leggere cosa dice la stampa sulla Massoneria per capire il livello di veridicità di certi media e di certi giornalisti. Negli anni ’80 si è passati all’era del muscolo e quindi al potere legato alla presenza fisica. Da Rambo aTerminator, erano questiimodelli di riferimento e quindi solo se si avevano enormi muscoli, più o meno naturali, si poteva detenere o aspirare al potere. Negli anni ’90 iniziarono ad emergere persone con forzecarismaticheprominenti e quindi eccoci negli anni del boom delle sette. Il potere era gestito da personaggi carismatici che riuscirono persino ad organizzare suicidi collettivi, a dimostrazione dell’immensopotere che detenevano sugli adepti. Gli anni 2000 iniziarono congravi problemi informatici (Millennium bug), mostrandoci la nostra dipendenza, e spesso impotenza, verso strumenti elettronici di vario genere edi Internet. Ilpotere sembrava essere nelle mani di chi gestivaeproducevaquesti programmi e questi nuovi strumenti di comunicazione. Ciò ha dato origine a film tipo “Matrix”, che raffiguravano il potere nelle mani delle società informatiche da una parte, e i combattenti del sistema, gli hakker, dall’altra. Poi aggiungiamo i modelli di potere che si possono ritenere classici: la malavita nelle sue varie forme, le società segrete, i club esclusivi, tutti modelli che in parte derivano sovente da film di successo chehanno portato alla diffusione di queste credenze, spesso basate più su leggende che su fatti. A questo punto direi che trovare un consenso sulla definizione profana di potere risulta una operazione estremamente difficile. Una caratteristica è comune a tutte queste definizioni: una relazione di forze che influenzano lo stile di vita. Cioè uno stile di vita basato principalmente sulle apparenze e su modelli sociali falsamente costruiti.

Un altro approccio per definire “il potere” è rivolto all’introspezione, ed é uno degli elementi che nel corso del percorso massonico si cerca di scoprire, capire e provare a controllare. In genere il potere viene gestito dal singolo individuo solo su se stesso, inmodo piùomeno consapevole. Si crea uno scudo col quale si vorrebbe proteggere le nostredebolezze, lenostrepaure ed i nostri disagi nel relazionarsi con una società in continua evoluzione. In psicologia viene definita la “maschera sociale” ed è l’immagine di noi stessi che vogliamo far percepire a chi ci circonda. Per ottenere ciò ricorriamoad infiniti espedienti, sia dal lato materiale che da quello estetico-comportamentale. Se non ci si rende conto di ciò, la società dei consumi ci spinge facilmente in questa ricercadi unpotere “illusorio’’, in un gioco fatto di modelli e simboli del successo, quali prodotti di lusso, imitazione di personaggi dello spettacoloevoglia di possedere solo oggetti ritenuti ‘’alla moda’’. Rispecchiarsi in questo mondo induce a vivere la propria esistenza basandosi sulla vita di altri,opeggiosumodelli di successo creati artificialmente da esperti di comunicazione. Quindi il potere molto spesso è in mano a professionisti della comunicazione, e viene passivamente accettato da persone di poco carattere e con scarsa autostima. Per chi si rende conto di ciò, è importante convincersi che il vero potere lo si può trovarepropriosolonel percorrere quel sentiero di ricerca e quel lavoro su noi stessi che ci accomuna negli scopi e nelle finalità della nostra Istituzione. Cito una definizione della Massoneria di William Preston, scritta nel 1772: attraverso la Massoneria speculativa impariamo a domare le passioni, comportarci onestamente, avere una buona reputazione, mantenere i segreti e fare opere di carità. In questo bellissimo testo è racchiusa una definizione che ci permette di cercare di dare una spiegazione alla parolapoterema orientata al nostro lavoro di ricerca Massonica. Domare lepassioni, ecco un ottimo esempio di potere: non lasciarci coinvolgere dal lato emozionale ma cercare sempre l’equilibrio, il punto di osservazione degli avvenimenti che ci permetta di agire o reagire nel modo che in quel momento ci sembrava il più giusto per noi e per chi ci sta attorno. Sviluppare la tolleranza e la fratellanza in modo da poter offrire a chi ci sta attorno, noi stessi, nella maniera più correttaeonesta possibile. Entrare nel profondo significato del “conosci te stesso” di Socrate e gestire questa relazione (potere) tra l’uomo apparente ed il “se stesso”. Riflettere e lavorare sul monito di Sant’Agostino“Non andare fuori, rientra in te stesso: è nel profondo dell’uomo che risiede la verità”. Capire i tempi necessari per sviluppare determinate trasformazioni; spesso questi tempi non possono essere paragonati ai tempi della società definita “avanzata o moderna”, la relazione tempo/spazio per la ricerca del nostro “potere” ha ben altri valori, comparabili solo ai tempi ed ai ritmi che viviamo nel corso dei nostri rituali.

Il percorsoda fare è ancora lungo, solo con lo studio, la diligenzael’attenta lettura dei rituali si inizia a percepire questo “potere” e una volta intravisto si inizia un’altra esistenza, più spirituale che materialista.