Un contributo alla coesione della Massoneria in Svizzera
Il Fr. Alberto Menasche,ex Gran Maestro della GLSA, mezzo secolo di esperienza massonica, risponde ad alcune domande sulla rivista Alpina
D. B.
Carissimo Fratello Alberto, quest’anno ricorre il 140° della rivista Alpina. Abbiamo pensato di porti qualche domanda vista la tua cinquantennale esperienza massonica, parte della quale ai vertici della GLSA.
Gli obiettivi della rivista che hai conosciuto all’inizio della tua carriera massonica sono ancora gli stessi della rivista attuale?
Anche una pubblicazione non di semplice informazione ma destinata a contribuire ad approfondire, chiarire o illustrare un sistema di pensiero come quello massonico – a maggior ragione considerando il suo linguaggio allegorico di base – in una certa misura deve tener conto delle peculiarità del proprio tempo. E le priorità a tale riguardo vanno stabilite di chi ha, in ultima istanza, la responsabilità del buon andamento della Massoneria svizzera, i.e. il G.M. della GLSA, il suo Direttorio, il Collegio dei Grandi. Ufficiali e/o la Commissione della Comunicazione. Si può dunque parlare di un mutamento degli obiettivi in questo senso.
Ci sono stati dei problemi particolari che ha dovuto sormontare la rivista nel corso della sua attività?
Ci sono stati (e in parte ci sono tutt’ora) alcuni problemi. Uno è dovuto alla necessaria coesistenza delle tre lingue provenienti dalle tre regioni e culture del nostro paese. A volte si percepiscono le personalità diverse dei redattori di ognuna delle tre lingue. Un altro problema è sicuramente quello del costo della rivista che ha un certo influsso sul numero di pagine della stessa. Ovviamente il problema maggiore di sempre è quello di riuscire a trovare testi di spessore soddisfacente.
In 140 anni di vita la rivista Alpina ha conosciuto diversi cambiamenti. Quali sono i più significativi?
Di primo acchito, limitatamente agli ultimi decenni, mi vengono in mente i cambiamenti delle tipografie incaricati della stampa, che ebbero come conseguenza una miglioria nei testi e nelle immagini.
Una delle difficoltà principali per i responsabili delle redazioni è quello di trovare delle Tavole interessanti da pubblicare. Come si può ovviare a questo problema?
Credo che il modo più efficace consista in una buona “rete d’informazione” da parte dei redattori responsabili, ossia un contatto attivo e regolare tra quest’ultimi e le Logge; è solo in questo modo che si verrà a sapere ogni volta che c’è un lavoro interessante e degno di essere pubblicato. Le Logge hanno spesso delle tavole o lavori più che validi…ma occorre esserne al corrente, trovarli!
Per contenere i costi della rivista si è prospettata l’ipotesi di pubblicarla solamente sul web. Ti sembra una buona idea?
Il web è sicuramente il modo di comunicazione del futuro a cuioccorre prepararsi già adesso. Ma nel frattempo è necessario continuare la pubblicazione cartacea.
Non sono molte le riviste che possono vantare una longevità comparabile all’Alpina. Possiamo considerarla una prova del suo successo?
Si; la rivista Alpina ha sicuramente contribuito alla coesione e alla stabilità della Massoneria in Svizzera.