Massoneria Criteri di ammissione

Uomini liberi e di buoni costumi

G. G., ex V.M.i.C. Loggia «Brenno Bertoni» Lugano (Revista massonica svizzera marzo 2006)

Questo argomento non appare, forse, particolarmente stimolante: esso riveste, comunque, un’importanza capitale per un Ordine Iniziatico come il nostro. A livello formale, i criteri di ammissione di nuovi Fratelli sono regolati dall’art. 52 e 53 della Costituzione della GLSA, a livello morale occorre che i candidati siano «Uomini liberi e di buona reputazione». In particolare possono entrare a far parte di una Loggia massonica «Uomini liberi, di buona reputazione, le cui concezioni e il comportamento etico li facciano apparire degni di ammissione».

I candidati devono essere domiciliati in Svizzera e aver compiuto almeno 20 anni, ad eccezione dei figli dei Massoni, che possono essere ammessi al compimento del diciottesimo anno.

La Costituzione della GLSA impone inoltre alle Logge «di dare prova di circospezione e di procedere ad un esame approfondito delle attitudini di un candidato».

Lo Statuto della nostra Officina si limita, all’art. 3, a rinviare alla Costituzione della GLSA, estendendo tuttavia anche all’enclave di Campione la residenza dei possibili candidati.

Nel Regolamento della LMBB vengono specificate, all’art. 9, le «qualità di base irrinunciabili» che i bussanti devono avere:

  1. spirito libero, che permetta di affrontare qualsiasi problema senza preconcetti o pregiudizi;
  2. attitudine alla comprensione e allo studio del Simbolismo massonico;
  3. disponibilità a modificare le proprie opinioni attraverso il dialogo e un costante perfezionamento;
  4. disponibilità naturale al rispetto delle opinioni degli altri.

Il Rituale

Anche nei Rituali vengono ripresi i criteri di ammissione. In quello di Iniziazione, per esempio, il Fratello Cerimoniere presenta il candidato, con gli occhi bendati, in Tempio, dicendo: «È il profano …, che desidera essere iniziato alla Massoneria. Egli dichiara di essere libero e ha una buona reputazione (…). Ora egli viene a noi liberamente e spontaneamente, debitamente preparato e sollecita, con umiltà, di essere ammesso alla Massoneria.»

Più esplicitamente, nel Rituale per il Ballottaggio, il Maestro in Cattedra richiama i Fratelli alla prudenza prima di decidere una nuova ammissione, invitandoli a sincerarsi «se un candidato sia idoneo o meno ad essere iniziato alla Massoneria. Un passo falso potrebbe essere fatale. Se noi introducessimo in Loggia un candidato di cui non fosse accertata l’idoneità ad usare i nostri arnesi, oppure che non avesse un carattere socievole o che fosse propenso alla disputa per malevole disposizione, arrischieremmo di creare le premesse per un’atmosfera tutt’altro che fraterna. Il pericolo di confusione sarebbe grande e non sarebbe da escludere che una tale situazione potrebbe concludersi con la dissoluzione della Loggia. L’atto che stiamo per compiere è quindi di estrema importanza e responsabilità. È quindi vostro dovere, carissimi Fratelli, esprimere i vostri dubbi e le vostre perplessità, affinché la decisione della Loggia sia improntata a saggezza (…)».

Il Libro dell’Apprendista

Nel Libro dell’Apprendista, alla risposta al quesito n° 3 («che cosa si deve essere per diventare Libero Muratore?»), viene specificato il significato del concetto «Uomo libero e di buoni costumi».

Si precisa inoltre che il neofita deve poter decidere liberamente la sua adesione, senza essere condizionato da motivi egoistici, rilevando in particolare: «Ci si sbaglia purtroppo frequentemente, per cui è necessario agire con circospezione e prudenza. Dobbiamo essere certi che soltanto nobili aspirazioni conducano il neofita alla soglia del Tempio e non la ricerca di un qualsiasi vantaggio materiale.»

Recentemente il Fratello Michel Cugnet, ex Grande Oratore della GLSA, nell’opuscolo «Qui se cache derrière la Franc-maçonnerie?», ha riassunto le principali condizioni per l’ammissione:

  • non essere legato da costrizioni morali o fisiche all’appartenenza a una setta o a organizzazioni simili;
  • non essere sotto tutela;
  • non essere stato condannato per crimini commessi;
  • non essere escusso per debiti;
  • beneficiare di una situazione stabile e di un reddito onesto;
  • avere il consenso del proprio coniuge;
  • non essere razzista, xenofobo o sprezzante verso i più deboli.

Disposizione naturale

La dottrina massonica evidenzia come l’importanza dell’ammissione di un nuovo membro discenda sia dal processo stesso dell’iniziazione, sia dall’esigenza di sapere con chi ci si sta affratellando.

«Iniziare qualcuno» significa infatti farlo Massone, ossia ammetterlo all’Arte (in conformità all’antico rito massonico) e renderlo Fratello fra Massoni (cfr. Bernard E. Jones, «Guida e compendio per i Liberi Muratori», pag. 259).

La prima condizione per poter diventare «iniziati» è quindi una certa attitudine o disposizione naturale, senza la quale ogni sforzo risulterebbe vano «poiché l’individuo non può evidentemente sviluppare che quelle qualità che porta in sé fin dall’origine» (Luigi Troisi, «I figli della vedova», pag. 65, nota 3).

L’iniziando deve potersi avvicinare alla «sapienza esoterica», non accessibile a tutti.

Deve poter provare il desiderio di confrontarsi con domande basilari quali «Da dove deriva il perfetto ordine del Tutto? Qual’è l’origine e il senso della Creazione?» e ancora «Chi sono io? Da dove vengo? Dove sto andando?»: chiunque si sia posto questi quesiti è, secondo Luigi Ranieri («La Massoneria», pag. 25) un potenziale iniziato.

Vi è anche chi parla dell’adesione alla Massoneria come di una «vocazione », di una chiamata interiore, che si manifesta mediante una libera obbedienza alla legge morale, che impone di «non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te» e di «fare agli altri, dopo avere imparato l’Arte, ciò che vorresti fosse fatto a te, senza bisogno di chiederlo» (cfr. Leone Braschi, «La Massoneria», pag. 11 e segg.).

Vale comunque per tutti i pensatori il principio che la Massoneria – a differenza di quanto accade per i partiti politici e per le associazioni profane – non esercita il proselitismo, cioè non si pone il problema della ricerca attiva di nuovi adepti; essa aspetta sino a che qualcuno bussi alla porta del Tempio (cfr. Marcel Valmy, «I Massoni»).

La Fratellanza massonica è e resta quindi di tipo elettivo: un privilegio di pochi, nella speranza di poter diventare destino di tutti.