Istruzione massonica ed eredità socratica
I principi dell’istruzione massonica presentano diverse analogie con il metodo di insegnamento socratico. Tali similitudini si possono inoltre constatare nel socio costruttivismo, uno dei movimenti pedagogici attuali più seguito. In questa Tavola si cercherà di mettere a fuoco il denominatore che accomuna questi tre approcci all’apprendimento.
In un certo senso si può dire che il problema dal quale prende le mosse la filosofia di Socrate, così come quello dal quale si sviluppa la Massoneria, è quello della natura e della realtà ultima dell’uomo cioè quello della sua essenza. Per entrambe la risposta è che la natura profonda dell’uomo risiede nella sua coscienza, nella sua personalità morale ed intellettuale. Se l’essenza dell’uomo risiede nella sua coscienza morale ed intellettuale, allora il compito fondamentale dell’istruzione sarà quello di coltivare nel miglior modo possibile tali facoltà. L’uomo libero, per Socrate come anche per il pensiero massonico, non è colui che ha annientato i propri nemici o colui che ha accumulato ricchezze. La libertà autentica risiede piuttosto nell’autodominio, nella vittoria della razionalità sulle proprie passioni. Smussare i propri spigoli, lavorare la pietra grezza affinché possa diventar cubica, significa imparare a dominare i propri istinti, il proprio egocentrismo, le proprie smisurate ambizioni.
Metetodo massonico e socratico
Socrate e i Massoni hanno come obiettivo la ricerca della verità. Un presupposto necessario affinché tale ricerca possa intraprendersi è quello di non ritenersi già in possesso di un sapere perfetto. Chi credesse di avere già acquisito definitivamente determinate conoscenze, non sentirebbe minimamente il bisogno di ricercare, di approfondire alcunché. È per tale ragione che Socrate partiva dal principio che lui sapeva solo di non sapere. Ed è anche per questo che in Massoneria si è sempre apprendisti, anche quando si è già pervenuti alla maestria e si hanno molti anni di esperienza. Colui che umilmente riconosce i propri limiti e le proprie lacune si pone nella condizione ottimale per continuare ad indagare ed avvicinarsi alla verità. Chi invece sente di possedere tutte le conoscenze che gli servono, si pone in uno stato di inerzia al quale è precluso a priori ogni miglioramento.
Il metodo di Socrate si struttura fondamentalmente in due momenti distinti: la confutazione e la maieutica. Con la confutazione si trattava di purificare l’anima dei propri interlocutori dagli errori nei quali era avviluppata. Lo strumento principale usato da Socrate in questa fase era l’ironia. I sofisti più famosi si ponevano nei confronti dell’uditore nel superbo atteggiamento di chi sapeva tutto; al contrario Socrate, come detto, partiva dall’assunto di non sapere e vedeva nell’interlocutore qualcuno da cui aveva tutto da imparare. La strategia confutatoria mirava a dimostrare che l’interlocutore aveva delle idee contraddittorie sullo stesso argomento e si svolgeva prevalentemente secondo lo schema seguente: (a) l’interrogato difende una tesi p, che diventa il bersaglio di una confutazione; (b) Socrate ottiene l’assenso dell’interrogato sulle premesse q ed r considerate valide in modo evidente e non bisognose di particolari discussioni; (c) Socrate mostra, e l’interrogato riconosce, che q ed r implicano non- p; (d) Socrate afferma che p è stato dimostrato falso e non-p vero. Naturalmente la confutazione sui saccenti e sui mediocri provocava irritazione se non addirittura reazioni violente. Ma nei migliori la confutazione provocava un effetto di purificazione dall’ignoranza. Come la pars destruens nel metodo baconiano consisteva nell’eliminazione preventiva degli idoli che assediavano la mente, così in Massoneria si cerca, attraverso i rituali, di rendere attenti i Fr. degli idoli che abbagliano i profani ed impediscono di accedere alla vera Luce. Il luccichio dei metalli, le sirene degli allori e i vari vizi capitali rappresentano degli ostacoli invalicabili per innescare quel processo alchemico di trasformazione metaforica del piombo in oro.
Il moderno pensiero pedagogico sembra finalmente aver riscoperto alcuni principi aurei dell’insegnamento socratico e massonico.
Mentre la confutazione si indirizza a un interlocutore che si crede sapiente ma che in realtà non lo è, la maieutica mira al contrario a rivelare a degli interlocutori che si credono ignoranti che essi sono sapienti a loro insaputa. Per Socrate l’anima può raggiungere la verità solo se ne è gravida; egli infatti, come abbiamo visto, si professava ignorante, e quindi negava recisamente di essere in grado di comunicare agli altri un sapere o, per lo meno, un sapere costituito da diversi contenuti. Ma come la donna che è gravida nel corpo ha bisogno dell’ostetrica per partorire, così il discepolo che ha l’anima gravida della verità ha bisogno di una sorta di spirituale arte ostetrica, che aiuti questa verità a venire alla luce, e questa è appunto la maieutica socratica. Anche in Massoneria la situazione è simile. Essa non è per tutti. È necessario che il bussante dimostri di possedere alcuni prerequisiti affinché si possa iniziarlo. È per questo che vengono designati degli informatori. Il loro compito è di appurare che il postulante possegga alcune qualità imprescindibili. Egli dovrebbe essere animato da un sincero desiderio di ricerca della verità, sentire un’insoddisfazione verso un mondo profano orientato unicamente verso un consumismo alienante. Chi non ha alcun interesse per il trascendente o per una qualche forma di spiritualità semplicemente non è adatto a percorrere un itinerario come quello massonico. L’anelito ardente di migliorare sé stessi è la motivazione senza la quale non è pensabile di intraprendere un lavoro su sé stessi che necessita molta energia e costanza.
La riscoperta di Socrate in pedagogia
Il moderno pensiero pedagogico sembra finalmente aver riscoperto alcuni principi aurei dell’insegnamento socratico e massonico. Il socio costruttivismo gravita attorno a tre principi fondamentali per la formazione: la conoscenza è costruita dall’allievo e non è né trasmessa né immagazzinata, l’apprendimento presuppone l’impegno attivo del discente che costruisce le proprie rappresentazioni grazie all’interazione dialettica con l’insegnate e con il contesto che gioca un ruolo determinante nel processo di apprendimento. Questo ”nuovo” paradigma in educazione ripropone quindi l’idea socratica e massonica di un’auto-costruzione del sapere, di un’autonomia didattica nella quale l’insegnante svolge un ruolo di consulente, di sostegno, di guida dell’allievo verso una propria ricerca di senso. Come già diceva Plutarco la mente quindi non è un vaso da riempire, ma un fuoco da accendere. D. B.