Il viaggio iniziatico dell’Apprendista
Mi è stato chiesto di sviluppare il tema del «viaggio iniziatico» ed in particolare quello che riguarda le «prove» contenute nei rituali d’iniziazione al grado di Apprendista. Il mio intento non vorrà però essere tanto quello di spiegare (seppur compagno sono e resterò sempre un apprendista), quanto piuttosto quello di cercare di coinvolgervi in questo percorso e magari farvi riconoscere e rivivere timori e sensazioni provate nel corso dei primi passi del vostro viaggio iniziatico.
N. S. – Loggia Il Dovere, Lugano
In generale la nozione di iniziazione fa riferimento ad una pratica rituale, ad un processo o a un percorso nel quale l’iniziando passa da uno stato o condizione di vita ad un’ altra, non solo in modo effettivo ma anche come predisposizione verso un iter interiore che si svolgerà in modo comunitario. In termini generali, ogni iniziazione rappresenta quindi sempre un passaggio e specificatamente un rito di passaggio in quanto si realizza all’interno di una ritualità.
Le prove a cui viene sottoposto il recipiendario (cioè l’iniziando) durante i suoi viaggi, permettono allo stesso di venir purificato per mezzo dei 4 elementi che reggono la stessa sostanza fisica dell’essere umano (Terra, Aria, Acqua e Fuoco), prima di giungere al suo passaggio «dalle tenebre alla luce».
Questo quaternario di elementi, al pari del quadrato e quindi del numero 4, viene illustrato al futuro Apprendista durante appunto i 4 viaggi simbolici della sua prima iniziazione massonica in cui dovrà affrontare altrettante prove. Le ultime tre di tali prove si presentano esplicitamente come veri e propri «viaggi» prefiguranti il lavoro interiore dell’iniziato, a cui è richiesto di liberarsi gradualmente da tutte le «impurità» che costituiscono la sua zavorra profana. Ma anche la prima prova, ovvero quella del Gabinetto di Riflessione, in corrispondenza analogica con l’elemento Terra, può essere considerata un viaggio, dal momento che è al suo interno che si attua quella «discesa agli Inferi» che si colloca tra la morte iniziatica e la «nascita» massonica, discesa nel corso della quale l’essere dovrà liberarsi definitivamente di certe sue debolezze “profane” che renderebbero altrimenti impossibile il seguito del suo percorso. I 4 Viaggi rappresentano anche le 4 tappe dell’evoluzione umana, che l’umanità ha solo in parte già percorso, ma che nella maggior parte dei casi deve ancora percorrere. L’evoluzione dell’umanità progredisce infatti molto lentamente e solo attraverso il dominare i 4 elementi della propria natura. È poi sintomatico rilevare come durante i suoi viaggi, l’aspirante massone non esprime ancora la propria rinuncia a tutti i preconcetti della vita profana ma, più semplicemente, attraverso la ritualità delle prove, egli formula il proposito alla loro rinuncia. In effetti questa rinuncia, in un vero Ordine iniziatico, rappresenta già di per sé la promessa di lealtà ai principi.
Il primo viaggio
Come già anticipato, il primo viaggio non rappresenta un vero e proprio viaggio, come i tre successivi che il rituale dell’Apprendista prevede nel corso della Cerimonia d’Iniziazione del profano all’interno del Tempio. Esso si svolge infatti all’interno del Gabinetto di Riflessione, nella fredda oscurità dell’elemento Terra. È qui che il profano avvia il processo di trasformazione su sé stesso imparando a pensare o, meglio, a ri-pensare, guardandosi dentro, aiutato dall’isolamento in cui, di proposito, è stato posto e dai diversi simboli presenti. Taluni hanno paragonato quest’operazione appunto ad una discesa negli Inferi. Si tratta di penetrare nell’anima del proprio io per arrivare a riconoscere e liberarsi del proprio “ego” , favorendo la nascita di un sé individuale (l’io personale o il “se stessi”). È a questo che allude probabilmente anche la parola VITRIOL, che gli antichi alchimisti consideravano di segreta
interpretazione. Le lettere che la compongono ricordano la formula “Visita Interiora Terrae rectificandoque invenies occultum lapidem”, ovvero visita le viscere della Terra, e seguendo la retta via (attraverso le purificazioni) scoprirai la pietra nascosta, la pietra dei Saggi o famosa Pietra Filosofale, cioè quella che per i Liberi Muratori rappresenta il fondamento di certezza che ognuno deve ricercare in sé stesso, per conseguire la condizione di pietra angolare della costruzione intellettuale e morale che costituisce la Grande Opera.
Tale stato d’animo viene aiutato anche dal fatto che prima di entrare nel Gabinetto di Riflessione il recipiendario viene spogliato dei metalli. Egli cioè viene invitato a depositare fisicamente tutti i metalli che in quel momento porta con sé provenendo dal mondo profano: monete e banconote, orologio, gioielli, chiavi ed, in genere, tutti gli oggetti metallici.
Dal punto di vista rituale, questa spoliazione sta ad indicare come il recipiendario lasci fuori della loggia tutte le cose terrene e materiali, lasciando così fuori nel contempo tutti i propri pregiudizi ed abitudini, tutte le proprie passioni e conoscenze; preparandosi così ad affrontare, con mente libera, il nuovo percorso di apprendimento che lo porterà verso la nuova Luce. È infatti necessario che il recipiendario, rendendosi conto della propria ignoranza, si possa preparare al meglio per acquisire la conoscenza. Ritirare il metallo al recipiendario ha anche il significato di togliere il grande corruttore delle coscienze, consentendogli di avvicinarsi allo Spirito assieme al quale, solo, si può compiere la vera liberazione. L’atto riporta in pratica l’iniziando allo stato di Pietra grezza cioè lo stato della
natura, allo stato della iniziale innocenza, scevro da impurità che ne possano compromettere la crescita spirituale.
Solo più tardi poi, ciò al momento in cui al recipendario sarà tolta la benda che gli copriva gli occhi, lo stesso, ancora privo di ogni mezzo materiale, verrà reso cosciente anche del fatto che in Massoneria esiste il dovere di aiutare ogni Fratello che si trovasse senza mezzi.
Sia la privazione dei metalli che la stesura del Testamento, con cui il profano è invitato a rispondere alle tre domande relative ai doveri dell’uomo verso Dio, verso sé stessi e verso i propri simili, simboleggia l’impegno morale che ciascuno di noi assume sia nei confront della Massoneria che l’abbandono delle idee preconcette a cui eravamo attaccati fin a quel momento, ma anche l’eguaglianza verso gli altri.
Gli altri viaggi
È in questo stato di coscienza che il recipendario viene condotto alle porte del Tempio, con una benda sugli occhi a testimonianza della mancanza di “luce”, intesa in senso spirituale in quanto ancora profano e non Massone. Egli esce dal mondo terreno del Gabinetto di Riflessione per muovere i suoi primi passi nel piano dell’aria, che corrisponde a quello delle idee. Se la terra quindi, che rappresentava la forma definita nello spazio, può essere definita statica, così ora il neofita si troverà a passare attraverso gli altri tre elementi, definiti dinamici e in cui verrà messo alla prova e purificato. Dal concreto egli si troverà di fronte a manifestazioni più astratte, dove la ragione, intesa come bagaglio di esperienze e conoscenze del mondo profano, gli potrà essere spesso solo d’impaccio.
Al momento della sua ammissione al Tempio il neofita verrà condotto lungo un percorso che gli darà la percezione dell’interazione degli elementi tra loro, poiché durante i tre viaggi nel tempio, cioè la purificazione con l’aria, l’acqua ed il fuoco, gli occhi bendati gli permetteranno di concentrarsi pienamente sugli atti che sarà chiamato a compiere, mantenendo così i suoi sensi vigili, in particolare l’udito ed il tatto.
Il primo di questi tre viaggi si riferisce all’ARIA, che rappresenta l’emblema della vita umana, fatta di passioni, di ostacoli, di difficoltà, raffigurate dalle irregolarità del percorso fatto dal recipendario e dal rumore fattogli tutt’intorno. Il secondo dall’AQUA, simbolo della purificazione; quasi un battesimo che possa lavare via ogni “bruttura” della nostra precedente vita profana. Il terzo dal FUOCO, emblema della passione e dell’ardore che è in noi e che deve essere dominato, ma che può e deve venir trasmesso anche ai nostri simili.
Il significato dei viaggi
Anche se le modalità dei tre viaggi possono differire notevolmente nelle diverse Logge, il loro numero e significato è ovunque identico: rappresentano il cammino attraverso le tenebre per raggiungere la luce. Così infatti la notte in cui è avvolto il recipendario alla sua entrata in Tempio è il simbolo delle tenebre in cui si trova il nascituro. Come il bambino vede la luce al momento della nascita, così il candidato destinato a nascere a nuova vita spirituale, esce dalle tenebre nel momento solenne della sua iniziazione.
L’essere bendati ed in balia di qualcuno che il neofita non conosce ma dal quale comprende dipendere completamente nei suoi goffi ed insicuri movimenti, lo fa sentire piccolo, indifeso e bisognoso d’aiuto. In questo senso ritengo che sia difficile pensare a paura maggiore che il timore dell’ignoto così indotto da una simile “cecità” e dipendenza da terzi. Questo suo timore viene rafforzato come ricordato sopra, anche dall’impatto dei suoni e dalle irregolarità dei movimenti lungo i vari viaggi, che per i primi da forti e terrificanti (tuono, grandine, vento), mentre per i secondi da bruschi ed irregolari, si fanno via via più pacati e tranquilli rispettivamente meno irti di difficoltà. L’intento è quello di passare dal caos dell’ animo profano all’ordine dello spirito massonico, in cui il lavoro di sistematica purificazione del recipendario, viene sempre retto dalla necessità di apprendere a dominare le passioni, quale unico strumento in grado di rendere l’uomo veramente libero. Solo così infatti egli sarà in grado di liberarsi dal desiderio di possesso materiale e dal giudizio altrui. È infatti solo l’uomo che domina le passioni sa riconoscersi per quello che è e non per quello che ha. Al termine del terzo viaggio (in realtà il quarto) il neofita potrà infine prestare la promessa solenne davanti all’Altare della verità. In realtà tutte le volte in cui il Massone viene ammesso al grado successivo presterà un nuovo giuramento; ma ritengo che il più importante e solenne è e resta quello pronunciato nell’iniziazione al grado di Apprendista, nel momento in cui il Profano diventa Massone. Egli s’impegna infatti due volte: la prima in cui pronuncia il giuramento sulla Coppa delle Libagioni, la seconda, dopo aver subìto le prove, con il giuramento definitivo. Il Giuramento impegna chi lo pronuncia in modo definitivo; è impossibile da disdire, almeno senza essere spergiuro dell’obbligo contratto.
E così il Neofita abbandona la vita profana per rinascere a nuova vita, quella di APPRENDISTA LIBERO MURATORE, quella di futuro Massone-Pellegrino, itinerante tra la terra ed il cielo, viaggiatore eterno che deve coprire senza sosta il tragitto che va dall’ignoranza alla conoscenza, dall’imperfezione della pietra grezza al continuo lavoro di Maglietto e scalpello per sgrassarla e renderla sempre più regolare e levigata. Il suo percorso sarà spesso disseminato di ostacoli che rappresentano altrettante prove. Viaggi che potrebbero anche designare degli spostamenti fisici nello spazio, ma che spesso potranno e dovranno essere anche solo quelli che portano al centro di noi stessi, permettendoci di accedere ai nostri cuori.