2019: La Massoneria per un trentenne
Cosa porta un trentenne ad avvicinarsi alla Massoneria nel 2019? Come la vive? Quali sono al giorno d’oggi le sfide che l’Ordine si trova ad affrontare? Quale futuro prevedere per il nostro Ordine? La Libera Muratoria è ancora in grado di fornire delle risposte alle nuove generazioni? Questi sono alcuni quesiti che si è posto e ai quali ha cercato di dare una risposta un nostro Fr∴ che ha preferito restare anonimo.
Di F∴ A. C. de la Loggia Post Tenebras Lux, i∴ Or∴ Zuerich
Èevidente che al giorno d’oggi la maggior parte di noi senta una mancanza. È lì, ci accompagna ogni giorno, ma non sappiamo cos’è. Le librerie sono piene di libri di auto-aiuto che spiegano come vivere serenamente. Hanno dato diverse spiegazioni alle nostre angosce, la disgregazione delle certezze dell’individuo, il tramonto del sogno politico, l’ormai diffusa sfiducia verso le religioni, l’istituzione familiare che vacilla. Possiamo avere frigoriferi pieni, bei lavori e belle famiglie, ma la domanda continua a palesarsi “cosa ci facciamo a questo mondo?”.
Questa domanda mi ha portato in Massoneria. Cercavo un percorso che non mi desse delle risposte già pronte, ma che mi aiutasse a trovare le mie. Ed è da questa necessità che inizia il cammino mio, e di tanti fratelli come me. Dalla voglia di trovare il proprio posto nel mondo, ridiscutendo tutto ciò che ci è stato insegnato. Di partecipare attivamente alla costruzione del tempio, direi adesso.
Il giorno della mia iniziazione mi è stato detto “la Massoneria ti dà quello che tu le dai”. È un cammino che impegna tutta la vita, ma che dà all’iniziato una struttura sviluppata nei secoli che gli permette di raggiungere il suo vero potenziale, attraverso lo studio di antichi saperi ed attraverso lo scambio continuo con fratelli che fanno lo stesso percorso, uguale e diverso.
Io credo che gli ideali di uguaglianza e fratellanza che la Massoneria difende siano giusti, e che lo spargerli possa veramente migliorare il mondo. Ecco, una cosa da evitare, è che l’Ordine diventi troppo autoreferenziale: lo studio dei simboli e dei riti serve a forgiare le persone e il lavoro fatto in loggia deve essere portato nel mondo esterno, altrimenti diventa solo un mero esercizio intellettuale fine a sé stesso.
Per concludere, mi è stato chiesto quale sia la sfida della Massoneria oggi. È necessaria un’opera di informazione che spieghi non tanto i riti o i gradi, quanto i veri scopi della Massoneria. Siamo percepiti dai più, anche per colpa di aberrazioni come la P2 italiana, come cospiratori, come burattinai, e non come ricercatori e portatori di un sapere millenario. Se non avessi avuto la fortuna di conoscere un fratello, probabilmente sarei caduto anche io in questo equivoco.
Detto ciò, bisogna accettare che ci saranno sempre delle persone che ci guarderanno con sospetto, in fondo siamo rimasti uno dei pochissimi posti dove l’utilizzo dello smartphone non è consentito! La verità è che il lavoro in loggia è difficilmente spiegabile ad un profano. E forse è questo il più grande segreto Massonico: non c’è alcun segreto. I libri sono acquistabili su internet, i rituali sono disponibili su Wikipedia, ma il lavoro fatto insieme ai fratelli, quello non lo si può trasmettere.