Massoneria e Società

Tradizione e progresso nell’ottica massonica

Vorrei portare, sotto due aspetti, alcune riflessioni sul rapporto tra la Massoneria e la Società: a. l’individuo come elemento cardine della società, b. l’apertura della Massoneria sul mondo profano. Inizierò dall’individuo, in quanto uno dei nostri grandi ideali massonici è quello di voler migliorare il singolo per creare una società migliore.

M. P., ex Grande Oratore della GLSA, Loggia Helvetia, Bellinzona  (Revista massonica svizzera giugno/luglio 2007)

Oggi, una società migliore, non può nascere da modelli che mettono in primo piano, egoisticamente, l’uomo come individuo a sé stante. L’uomo non può più esimersi dal fare il suo percorso di miglioramento in armonia ed in sintonia con il mondo che lo circonda. Abbiamo cominciato questo terzo millennio con pesanti eredità:

  • Il deterioramento dell’ambiente,
  • La conflittualità fra popoli e religioni,
  • La caduta dei valori etici e morali,
  • La crisi a livello di rapporti sociali ed interpersonali.

Le cause sono innumerevoli e assai complesse: lo strapotere e la spregiudicatezza del capitale inteso al solo scopo di moltiplicare i profitti e che considera l’uomo soltanto come un semplice strumento della produzione. L’attività dell’uomo che si sente in diritto di deturpare foreste, di sterminare la fauna, di inquinare terra, acqua e aria, di manipolare il patrimonio genetico delle piante e degli animali, e tutto ciò sacrificato sull’altare del Dio Denaro. Altro acceleratore del processo di degrado è il voler considerare la tecnica come la più importante conquista umana, con la convinzione che essa possa riparare qualsiasi guasto provocato dai suoi errori. Non ultima tra le cause è il «culto della superspecializzazione» che comporta una frammentazione del sapere in campi che vanno facendosi sempre più ristretti. Qualcuno ha detto ironicamente: «Alla fine lo specialista sa tutto di niente!» Ovviamente, non si vuole svalutare la specializzazione in assoluto, ma essa ha un valore solo se porta all’approfondimento di una ricerca che non prescinda da una concezione globale, organica ed armonica e rispettosa delle leggi inviolabili della natura e delle reali esigenze della collettività. Poiché, come sentenziavano gli antichi maestri di scienza, che erano anche maestri di vita: «La scienza senza coscienza non ha senso.»

Scienza e coscienza

Oggi, analogamente, anche il cammino di perfezionamento massonico del singolo individuo non può limitarsi unicamente alle conoscenze esoteriche e diventare quasi fine a se stesso, ma deve avvenire in un modo più aperto, tenendo in debita considerazione l’interazione uomo-universo. Oggi più che mai si sente l’esigenza di importanti cambiamenti e di una presa di coscienza in molti campi dell’attività umana:

  • Nel diverso rapporto uomo-ambiente. Pensiamo all’uso delle energie rinnovabili e allo sviluppo sostenibile.
  • Ma anche nella spiritualità. Nel superamento delle concezioni parziali e dogmatiche. Nella coscienza di essere tutti figli dello stesso Principio.

Aprirsi a questa nuova coscienza è oggi una necessità ed un dovere improrogabile. Dobbiamo però avere la consapevolezza che tutto ciò potrà avvenire solo a seguito di un totale ribaltamento interiore dell’individuo che, necessariamente, porterà con sé anche quello esteriore. Un ribaltamento che dovrà cominciare dal singolo e non essere imposto dall’alto. Leggendo l’azione di rinnovamento in questa chiave, ci accorgiamo che il ruolo della Massoneria nella nostra società diventa fondamentale ed indispensabile. La Massoneria ha il duplice scopo e dovere di favorire il perfezionamento dell’uomo, quale singolo individuo, in funzione però del bene e del progresso dell’umanità. Per questo motivo l’Uomo Massone non può comportarsi da «Iniziato» all’interno del Tempio e da «Non Iniziato» al di fuori di esso e cioè in ogni manifestazione della sua vita profana. Egli dovrà invece, all’esterno del Tempio, avere un ruolo attivo, vivo, di esempio e di guida. Di colui che sa indicare saggiamente la giusta via. Deve esse un faro a cui anche gli altri, i non iniziati, si orienteranno e guarderanno con rispetto.

L’apertura

Con l’avvento di sistemi politici pluralistici, l’odio contro i Massoni si è placato. I Figli della Vedova non ispirano più atroci satire. Non mangiano più i bambini. L’antisemitismo e l’antimassonismo sembrano essersi placati. Anche se non bisogna mai dimenticare che vi è una cosa che non sparirà mai e che ricompare sempre nei momenti di crisi: la ricerca di un capro espiatorio. «È sempre fecondo», scrisse Brecht, «il ventre dal quale è uscita la bestia immonda». Molte cose vengono rimproverate al funzionamento dell’Istituzione massonica. Vi si vede una specie di vecchio teatro polveroso, con una scenografia d’altri tempi dove vengono proposti degli ideali e dei principi oramai superati. Si rimprovera il carattere elitario, il reclutamento borghese, lo sfruttamento delle «amicizie» ed una segretezza colpevole. Effettivamente, i vecchi principi basilari della Massoneria, così come li troviamo trascritti nei Landmarks, oltre a vietare l’accesso alle donne, imporrebbero anche, tra l’altro, che il candidato all’iniziazione risulti essere «uomo libero e non mutilato». Queste prescrizioni risalgono, ovviamente, all’epoca medievale e ne tramandano le giuste preoccupazioni. Riesce difficile, infatti, immaginare una donna o un handicappato al lavoro sulle fragili impalcature delle cattedrali in costruzione, o alle prese con grosse pietre. Quel vecchio divieto riflette anche la stretta solidarietà di classe dell’epoca. L’artigiano o il muratore, membri di corporazioni, erano pur sempre uomini, che imparavano a passare, dalla condizione di apprendista a quella di maestro, insomma erano uomini liberi; la manovalanza invece, che, non apprendendo alcuna arte, tale sarebbe rimasta per tutta la vita ed era quindi considerata puramente mercenaria. È inutile dire che, con il passare del tempo, questi principi ebbero svariate interpretazioni, ora rigide, ora molto elastiche. Per quanto concerne il primo punto, la presenza delle donne, si scoprì ben presto, dai registri medievali, che qualche donna era stata al lavoro nei cantieri delle cattedrali, per lo più come gessatola o calcinaia, e che diversi maestri di mestiere avevano avuto la propria moglie al fianco, durante i lavori in questo o quel cantiere. È noto, d’altro canto, che le «grande dame» del Settecento avevano non poca influenza negli intrighi e negli affari degli uomini. La loro esclusione dalle Logge ebbe quindi, specialmente nei paesi latini, diverse eccezioni. Per quanto riguarda, invece, il secondo punto, ricordiamo che, per qualche tempo, fu vietato l’ingresso alla Libera Muratoria anche ai domestici, a causa della loro condizione per l’appunto servile, e agli attori, perché troppo dipendenti dai capricci del pubblico. Oggi diversi di questi divieti sono scaduti o addirittura sono stati aboliti. A dimostrazione del fatto, che anche in Massoneria niente può o deve rimanere immutabile. Pena, in caso contrario, di essere i primi a non essere più uomini liberi, ma di diventare schiavi dei propri principi. Oggi però il ceto medio – alto continua a essere la sola vera ossatura della nostra Istituzione. Penso che in futuro una maggiore apertura alle classi popolari sia da prendere in considerazione. Anche lo scottante ed attuale tema Donne e Massoneria deve poter venire affrontato con coraggio, ma anche con umiltà e rispetto, da veri uomini liberi da ogni preconcetto. La nostra Istituzione ha sempre dimostrato di possedere gli ideali e gli slanci per sapersi modernizzare ed adattare ai bisogni della società. Per farlo ha ottime frecce al suo arco:

  • Nell’era degli scambi e della globalizzazione, è presente in tutto il mondo.
  • Vi si incontrano uomini di ogni professione e di ogni condizione.
  • Le sue cellule sono autonome. Troviamo rappresentate sia le piccole borgate come le grandi città.
  • Lo spirito di tolleranza impedisce ogni rottura. Il ricordo della Tradizione evita gli eccessi del neopositivismo moderno.
  • In un certo senso, in essa si ritrova la pluridisciplinarietà senza la tecnocrazia, l’ecumenismo senza il dogma.

Spirito e materia; il tutto

Nel 1968, per esempio, molti contestatori bussarono alla porta del Tempio, perché pensavano di trovarvi il prolungamento della loro ricerca, un’altro mezzo forse per cambiare il mondo. Forse avevano riconosciuto nelle Logge, lo stesso rifiuto del dogma, la stessa ricerca di nuovi spazi di libertà che erano alla base della loro contestazione. I Massoni furono tra i primi a desiderare il progresso sociale, lo sviluppo delle scienze, ma non solo, hanno capito che la ragione da sola non sarebbe bastata a ricostruire il Tempio e che sarebbe stato necessario anche un alimento spirituale. Oggi anche la ricerca moderna segue nuove strade e si allontana sempre più da quelle tracciate da una cieca fiducia nella scienza pura. La nozione di materia, l’idea che il mondo possa essere spiegato da un’unica formula che racchiuda tutte le teorie, la scoperta che la vita è scaturita dalla materia inorganica e che muta assumendo forme sempre più complesse, che l’universo infine è un processo dinamico in costante evoluzione, sono ragioni che confermano l’idea massonica che nel mondo tutto è legato, tutto è interconnesso, e che non vi è nulla di compiuto. l relativismo di Einstein, l’indeterminismo della fisica quantistica hanno messo in rilievo l’impotenza attuale della scienza ad afferrare tutto. Il fisico Niels Bohr, dopo Einstein, considera l’universo come un «tutto» e riflette sulle relazioni esistenti tra spirito e materia. Il suo collega Capra assimila la teoria quantistica al Tao dell’antica Cina. Molti studiosi oggi si interessano alle vie intuitive della ricerca. E allora, di colpo ci accorgiamo, lungi dall’essere sorpassato, che il pensiero massonico è sempre più giovane ed attuale. Per questo motivo dobbiamo essere fieri del nostro Ordine, del nostro pensiero, della nostra visione del mondo e per questo motivo dobbiamo aprirci al mondo profano. Perché non possiamo compiere la nostra missione e pensare di migliorare il mondo semplicemente ritirandoci egoisticamente nel nostro Tempio interiore.